EVOLUZIONE DEI GENERI MUSICALI
CLASSE QUARTA
Quest'anno con le classi
quarte ho affrontato un percorso didattico basato sull'evoluzione dei generi
musicali che ha permesso riflessioni e considerazioni sulle complessità sociali
legati alla reciproca accettazione, alla tolleranza ed all' interculturazione.
Dopo una sommaria
presentazione della musica classica, particolarismi sonori e sensazioni
ricevute, il lavoro si è concentrato sulla nascita della musica black in
seguito all'importazione, in America del Nord, degli schiavi africani. I
bambini sono stati sensibilizzati ed invitati ad una riflessione circa le
tristi storie che si celano dietro celebri brani quali Amazing Grace e Sweet
Low Sweet Chariot.
Oltre ad assaporare
timbriche nere, del tutto differenti dalle più popolari voci liriche dello
periodo ad oggetto, mettendo così in atto la capacità di discriminare
provenienze e colori dei differenti suoni musicali, i discenti hanno saputo
trarre dall'esperienza un momento di crescita e conoscenza di un argomento
tanto scomodo quanto nefasto: lo schiavismo.
Il percorso, che si è
spinto fino alla nascita del rock and roll e sue diramazioni, ha mostrato
quanto in realtà sia stata la musica black ad aver condizionato e imperniato
tutti i generi musicali a lei susseguenti. In ogni pezzo musicale cosiddetto "bianco"
dei nostri tempi c'è una punta di black, evidenziato nei ritmi, nelle
armonizzazioni vocali, nelle vibrazioni, nelle strutture dei brani. Come una
sorta di yin yang musicale che oggi, come ieri, si condizionano a vicenda,
anche la cultura "altro" e la cultura "io" della nostra
odierna società, che la scuola, quale istituzione statale, in primis
rappresenta, soccombono ad un'inevitabile fusione. La nostra responsabilità è
far si che questo avvenga con sensibilità, mai annullando i particolarismi
culturali, ma rispettandoli ed integrandoli a qualcosa di più grande di noi
stessi: la civile convivenza.
Questo è ciò che la musica
è riuscita a fare e da lei la società deve prendere esempio per cancellare, una
volta per tutte dalla faccia della terra, la parola più brutta mai coniata,
responsabile di ogni guerra, carestia, lotta, tragedia o sofferenza: RAZZISMO!
Dopo aver raccontato la
storia delle potenti etichette discografiche degli anni 40-50, che
ghettizzavano o peggio ancora boicottavano la musica cantata dai neri, l'alunno
G. di 8 anni afferma: ma maestra cosa importa il colore della pelle di chi
canta? L'importante è che canti bene, che sia bravo e che la sua musica sia
bella!
Nella semplice
constatazione di un fanciullo, non ancora inquinato dalle stupide macchinazioni
che avviluppano invece la mente più adulta, si cela una semplice ma efficace
soluzione al problema razzismo, considerare l'altro per quello che sa fare e
non per quello che è.
Ecco come, quella che in un
primo momento poteva sembrare un'ora di canzoncine e divertimento settimanale,
si è invece trasformata in qualcosa più importante di una programmazione
annuale di musica e in nessun altro modo parlare di socialità, convivenza,
tolleranza, "core dell'orientamento" del primo ciclo scolastico,
poteva essere più efficace.
Presentare una materia
quale CITTADINANZA E COSTITUZIONE ai bambini con la frase: ".....lo
sapete che siamo in Europa unita e che abbiamo una sola Costituzione? ma anche
l'Italia ha una sua Costituzione, ah ma a proposito lo sapete cos'è una
Costituzione? beh tutti noi dovremmo avere un senso civico che ci attenzioni
verso questi argomenti....." rappresenterebbe la strada comune, quello che
da manuale viene chiamato percorso standardizzato e che Freire a malincuore
definirebbe l'ennesimo assegno bancario da compilare; ho cercato di far in modo
che che il sociocostruttivismo non fosse semplicemente il titolo del libro
letto prima del conocorso, ma il mio stile di insegnamento, perchè un bambino
impara molto di più se alla teoria ci arriva con le sue di ipotesi, Chomsky
lo conferma molto prima di questo mio elaborato ovviamente.