mercoledì 28 maggio 2014

EVOLUZIONE DEI GENERI MUSICALI
CLASSE QUARTA
Quest'anno con le classi quarte ho affrontato un percorso didattico basato sull'evoluzione dei generi musicali che ha permesso riflessioni e considerazioni sulle complessità sociali legati alla reciproca accettazione, alla tolleranza ed all' interculturazione.
Dopo una sommaria presentazione della musica classica, particolarismi sonori e sensazioni ricevute, il lavoro si è concentrato sulla nascita della musica black in seguito all'importazione, in America del Nord, degli schiavi africani. I bambini sono stati sensibilizzati ed invitati ad una riflessione circa le tristi storie che si celano dietro celebri brani quali Amazing Grace e Sweet Low Sweet Chariot.
Oltre ad assaporare timbriche nere, del tutto differenti dalle più popolari voci liriche dello periodo ad oggetto, mettendo così in atto la capacità di discriminare provenienze e colori dei differenti suoni musicali, i discenti hanno saputo trarre dall'esperienza un momento di crescita e conoscenza di un argomento tanto scomodo quanto nefasto: lo schiavismo.
Il percorso, che si è spinto fino alla nascita del rock and roll e sue diramazioni, ha mostrato quanto in realtà sia stata la musica black ad aver condizionato e imperniato tutti i generi musicali a lei susseguenti. In ogni pezzo musicale cosiddetto "bianco" dei nostri tempi c'è una punta di black, evidenziato nei ritmi, nelle armonizzazioni vocali, nelle vibrazioni, nelle strutture dei brani. Come una sorta di yin yang musicale che oggi, come ieri, si condizionano a vicenda, anche la cultura "altro" e la cultura "io" della nostra odierna società, che la scuola, quale istituzione statale, in primis rappresenta, soccombono ad un'inevitabile fusione. La nostra responsabilità è far si che questo avvenga con sensibilità, mai annullando i particolarismi culturali, ma rispettandoli ed integrandoli a qualcosa di più grande di noi stessi: la civile convivenza.
Questo è ciò che la musica è riuscita a fare e da lei la società deve prendere esempio per cancellare, una volta per tutte dalla faccia della terra, la parola più brutta mai coniata, responsabile di ogni guerra, carestia, lotta, tragedia o sofferenza: RAZZISMO!
Dopo aver raccontato la storia delle potenti etichette discografiche degli anni 40-50, che ghettizzavano o peggio ancora boicottavano la musica cantata dai neri, l'alunno G. di 8 anni afferma: ma maestra cosa importa il colore della pelle di chi canta? L'importante è che canti bene, che sia bravo e che la sua musica sia bella!
Nella semplice constatazione di un fanciullo, non ancora inquinato dalle stupide macchinazioni che avviluppano invece la mente più adulta, si cela una semplice ma efficace soluzione al problema razzismo, considerare l'altro per quello che sa fare e non per quello che è.
Ecco come, quella che in un primo momento poteva sembrare un'ora di canzoncine e divertimento settimanale, si è invece trasformata in qualcosa più importante di una programmazione annuale di musica e in nessun altro modo parlare di socialità, convivenza, tolleranza, "core dell'orientamento" del primo ciclo scolastico, poteva essere più efficace.

Presentare una materia quale CITTADINANZA E COSTITUZIONE ai bambini con la frase: ".....lo sapete che siamo in Europa unita e che abbiamo una sola Costituzione? ma anche l'Italia ha una sua Costituzione, ah ma a proposito lo sapete cos'è una Costituzione? beh tutti noi dovremmo avere un senso civico che ci attenzioni verso questi argomenti....." rappresenterebbe la strada comune, quello che da manuale viene chiamato percorso standardizzato e che Freire a malincuore definirebbe l'ennesimo assegno bancario da compilare; ho cercato di far in modo che che il sociocostruttivismo non fosse semplicemente il titolo del libro letto prima del conocorso, ma il mio stile di insegnamento, perchè un bambino impara molto di più se alla teoria ci arriva con le sue di ipotesi, Chomsky lo conferma molto prima di questo mio elaborato ovviamente.